Omaggio a Walter Chiari, nato a Verona il 2 marzo 1924, vero
nome Walter Annichiarico, e morto a Milano il 20
dicembre 1991.
Walter Chiari era uno che con le donne ci sapeva fare.
Collezion˜, come Mastroianni (pi sornione ma altrettanto vincente), bellezze
nazionali e internazionali. Era un caro ragazzo, anche quando era quasi
vecchio. Amico di tutti e amico sincero, innamorato
dell'amore. Capace di lasciare un film per raggiungere la
donna amata dall'altra parte del mondo. Generoso (mor“ povero), volle
che fosse scritto sulla sua tomba: ÇNon preoccupatevi,
solo sonno arretratoÈ. Parlava, parlava, e, a
differenza di quelli che parlano, parlano, diceva anche delle cose intelligenti.
(Dino Risi)
1. Cosa dice il professore di greco entrando in
un'aula piena di fumo e surriscaldata? 'Il Solone ha
surriscaldato il teatro. Eschilo, Eschilo, che qui si Sofocle... e attenti alle
scale Euripide che vi Tucidite'.
E la risposta: "Ma chi Senofonte". |
2. Ballerino: Un uomo che si guadagna il
pane col sudore dei piedi. |
3. Epitaffio: "Amici non piangete, e' soltanto sonno
arretrato". (sulla lapide della sua tomba) |
4. "Sei volte... ma quello che mi
piacerebbe sapere, tua moglie s' lasciata prendere sei volte e non t'ha detto niente?". "Ah, no, ah, s“, dopo la
sesta volta m'ha guardato e m'ha detto: Toni, ma
levati gli sci e entra in casa". |
5. Mia madre mi aveva infilato un paio
di mutandoni di lana lunghi fino alle caviglie, prima di calarmi nelle braghe
di fustagno che stavano in piedi da sole; sotto la giacchetta di velluto
marrone a coste avevo la camicia di flanella e la maglia pesante, il cappotto
e la sciarpa me li aveva tolti a Brescia e rimessi a Bergamo, sicchŽ quando
il treno entr˜ nella Stazione Centrale avevo capito cosa intendeva dire mio padre
spiegandomi che Milano era una cittˆ dove non si poteva vivere se non con il
sudore della fronte. |
6. Che bella serata! Ecco, io per una
serata cos“ darei la vita. (Walter Chiari in
"La rimpatriata") |
7. Avevo un
carissima amica, Patrizia, ma la chiamavano tutti Patti. Era la figlia del
famoso comico milanese Walter Chiari. La nostra amicizia durata cos“ a
lungo che hanno fatto un proverbio: Patti Chiari, amicizia lunga. |
8. C' chi generoso nel dare e chi generoso nel ricevere. |
9. Un signore che non sa raccontare
barzellette viene invitato ad una cena importante
con persone che non conosce e vorrebbe poter fare bella figura raccontando
una barzelletta originale. Mentre si cruccia del suo problema
incontra un suo amico che invece sa raccontare molto bene le barzellette, gli
espone il problema e l'amico: "ne ho una bellissima e nuova, senti
qua": Laghetto africano in mezzo alla foresta, tanti animali intorno,
scimmie, antilopi, leoni, in acqua coccodrilli, e bellissimi uccelli. Un
elefantino esce dalla foresta e saluta tutti: "Ciao leone, ciao
antilope, ciao uccellini, ciao coccodrilli", si avvicina
alla spiaggia e mette il suo naso (la proboscide) nel lago per bere e......
ZAC il coccodrillo glielo mangia!!! L'elefantino guarda il coccodrillo e gli
dice (qui dovete tapparvi il naso per cambio voce): "EI, NON MI HAI
PROPRIO FATTO RIDERE!!!!". "Finita", dice l'amico, "Come
finita... non capisco.....". "Fidati sara' un successo" e
se ne va. La sera finita la cena il tipo dice:
"Ei venite tutti qui che vi racconto una bella barzelletta!". Si
forma intorno un gruppetto di persone e lui
comincia: Laghetto africano in mezzo alla foresta, tanti animali intorno,
scimmie, antilopi, leoni, in acqua coccodrilli, e bellissimi uccelli. Un
elefantino esce dalla foresta e saluta tutti: "Ciao leone, ciao
antilope, ciao uccellini, ciao coccodrilli", si avvicina
alla spiaggia e mette il suo naso nel lago per bere e.... (IN QUELL'ISTANTE
SI ACCORGE CHE DAVANTI A LUI C'E' UN SIGNORE SENZA NASO) CONTINUA BALBETTANDO
A DISAGIO: "Beh, l'elefantino beve, glu, glu, glu, poi saluta tutti,....
FINITA". IL SIGNORE SENZA NASO LO GUARDA E DICE: (qui dovete tapparvi il
naso per cambio voce) "EI, NON MI HAI PROPRIO FATTO RIDERE!!!!". |
10.
Hai
provato a chiamarlo? E non lo hai trovato? PerchŽ non provi a chiamarlo alle
tre di notte? Almeno sei sicura di trovarlo in casa... Io
faccio sempre cos“ con i miei amici e li trovo sempre. é anche vero che non
ho pi amici. |
11.
Le
guerre, si sa, sono lunghe. In una di queste, che durava ormai da dieci
lunghi anni, la soldatesca cominci˜ a mugugnare sul fatto che non si
ritornava pi a casa. Essendo quella una guerra di "pace" era
naturale che durasse tanto tempo. Un giorno un caporal maggiore decise che
avrebbe tentato di tutto per tornare a casa, magari con una medaglia da
appuntarsi al petto. Entr˜ deciso nella stanza del comandante e gli chiese
una licenza per vedere la sua famiglia che lo dava ormai per morto. "E poi, colonnello, sa, mi sono sposato e subito sono
partito per il fronte. Il primo figlio manco mi
conosce". "Ascolta, figliolo, ti
accorder˜ la licenza se mi darai qualcosa in cambio". "Ai suoi
ordini, colonnello". "Tu fammi un'azione eroica degna di questo
nome - per tenere alto il morale della truppa - e ti mando difilato a
casa". Tre giorni dopo il caporal maggiore fu di ritorno con un bottino
eccezionale: un carro armato preso al nemico. La voce si sparse e cos“ il
nostro caporal maggiore venne premiato con un
encomio. Ma non part“. L'encomiato torn˜ dal
colonnello e quello gli disse che gli occorreva una
prova ancora pi tangibile del suo atto eroico e forse stavolta lo avrebbe
mandato. Il nostro eroe fece quello che doveva fare
e si ripresent˜ all'accampamento con ben due carri armati nemici prigionieri.
Divenne subito famoso tra i commilitoni e cos“ il colonnello
lo promosse a sergente ma non lo mand˜ a casa. Per la terza volta il
novello sergente fece l'ennesima azione eroica e ancora una volta torn˜ pieno
di onori e con tre carri armati nemici al seguito. Stavolta il colonnello si
decise a premiarlo con una licenza, per˜ prima bisognava organizzare i
festeggiamenti per la ricorrenza annuale della festa dell'Eroe. Tutti
schierati in Piazza d'Armi, alla presenza degli Stati Maggiori, il nostro
colonnello, commosso e incuriosito, mentre appuntava la medaglia al valore al
nostro maresciallo, com'era ovvio era stato ancora promosso, gli chiese
sottovoce: "Dimmi, figliolo, come hai fatto a fare
ci˜ che hai fatto, che nella mia lunga carriera ne ho viste di cotte e di
crude, ma come questa mai?". "Colonnello, io non ho fatto niente di
cos“ coraggioso!". "Modesto fino all'inverosimile.
Ma raccontami". "Ecco, vede,
colonnello, stato incredibilmente facile: io prendevo un carro dal mio
nemico personale, che poi siamo diventati amici, e lo scambiavo con due dei
nostri. Per ognuno dei suoi uno in pi dei
nostri!". |
12.
La
politica una malattia; il riso che suscita ne la parte benigna. |