Omaggio a Gianni Yan Cortese, autore satirico presente su Facebook

 

1.     A Figline Valdarno mettono volantini pubblicitari sulle tombe. E' l'anima del commercio.

2.     Scoperto in Nuova Zelanda l'insetto più grande del mondo. Ma non hanno visto le zecche che abbiamo in parlamento.

3.     La fine di Berlusconi sembra uno di quei film cinesi dove l'agonia del protagonista colpito da 1000 frecce dura tutto il secondo tempo.  

4.     Lo Scarabeo compie 50 anni. La zecca invece ne ha fatti 77 il 29 settembre.  

5.     Su un muro di Roma appare la scritta "Onore a Priebke". Padre Pio rilancia e appare sulla corteccia di un albero. La lotta tra il bene e il male sta assumendo aspetti infantili.  

6.     Lele Mora: "Vorrei pulire i cessi con Berlusconi". Prova, ma secondo me non dà garanzie di igiene quanto il WC Net.  

7.     Paolo Brosio: "Sono la reincarnazione di San Giuseppe". Sta con una che non gliela dà e poi c'è la questione delle seghe. Mi ha convinto.  

8.     Kennedy sta a Berlusconi quanto Marilyn alla Santanchè.  

9.     Il funerale dei migranti che non è stato officiato a Lampedusa ma ad Agrigento, dove è nato Alfano, è stato fonte di polemica. Inopportuno ricordare due tragedie in un colpo solo.  

10.  Papa: "non si può essere cristiani a metà". Tipo i preti, dalla cintola in su.  

11.  Che Siffredi conduca un programma sui problemi di coppia non mi interessa. Però mi preoccupa il fatto che mia moglie se li stia inventando per partecipare.  

12.  Cuba dice stop alla doppia moneta. Basta con due pesos e due misures!  

13.  E comunque la Santanchè senza testa può sopravvivere per mesi.  

14.  Poi ti metti a guardare le foto sul PC, arrivi all'album "matrimonio" e resti incantato da una foto. E ti domandi come ha fatto a sposare uno come te. Ah, già. E' miope!  

15.  "Hai sentito amore? L'orecchio umano registra la voce del partner come rumore di sottofondo dopo poco tempo. E' per quello che non ascolti mai quello che dico e devo ripetere due volte, se non tre!". "Eh?". "Andiamo bene!". "Dove?".  

16.  Uno studio rivela che il senso dell'umorismo si sviluppa dopo i 18 mesi. Vedi Silvio? Giusto il tempo di scontare la pena e poi vedrai che risate.   

17.  Quello che "feci".
Bene, ci siamo. Il pullman parte dalla piazza alle 8 di sera, macineremo 1300 km di notte per essere a Bourgueil domani mattina. L’idea dell’assessore a checazzoneso di gemellarci con un villaggio della Loira aveva coinvolto un po’ tutte le associazioni paesane. La Coldiretti con i vignaioli in prima fila, i commercianti, varie associazioni sportive, l’immancabile parroco con rosario di donne gaudenti come ragazzine al concerto dei Duran Duran ed infine anche il nostro Progetto Giovani. Io e Federico siamo stati scelti come responsabili barando platealmente sulla nostra conoscenza della lingua francese. Quando si accorgeranno della nostra difficoltà a distinguere cavalli e capelli sarà troppo tardi per mandarci indietro. La notte è pesantissima. Manco una ragazza con cui pomiciare nell’ultima fila che abbiamo requisito con atteggiamento di puro nonnismo. L’orribile sequenza di canzoni prese in ordine alfabetico dal canzoniere scout viene in un paio d’ore sfumata da sonore russate e fluidi mefitici di anziani prolassati. In realtà sono quasi grato al reparto geriatrico in quanto siamo arrivati alla “L” e nel canzoniere si apre l’abisso Lolli. Comunque è un incubo, anche se con Fede ridiamo molto, ma forse è l’effetto dei gas. E’ novembre, un mese orribile per viaggiare. La nebbia ci accompagna per tutta la pianura padana e, anche se ci lascia in pace nel valicare le alpi, si fa ritrovare all’altezza di Lione. La Francia fuori dalle città è un susseguirsi di nulla punteggiato da paesini in lontananza e centrali nucleari. La noia mortale la passo fantasticando sulle ragazze francesi che per me sono tutte un mix di Lio e Sophie Marceu . Finalmente la fine del viaggio. Sulla piazza ci aspetta il comitato di benvenuto. Il sindaco, un ometto insignificante, la banda e altri figuranti infreddoliti. Mi sembra di essere sul pullman di Don Camillo appena arrivato in Russia. Tra le personalità spicca una signora corpulenta e sorridente dal collo esile e con una pettinatura cofanata tardo anni 70. E’ l’assessore a jenesaispasquecass che ha caldeggiato il nostro incontro. Madame Jean, immediatamente ribattezzata con un più calzante Madamigian, ha la sensibilità di indirizzarci subito alle nostre famiglie di accoglienza e ci appuntamento al pomeriggio per una breve visita della città. Monsieur Picardeau è un podologo che vive in una casa tardo ottocento con la moglie pittrice. Io e Federico non andiamo a genio a nessuno dei due, ma in fondo non è che ce ne importi molto. Alle due, dopo aver pranzato con formaggio fuso, formaggio alla piastra e vari formaggi di capra, pecora e bovino, ci facciamo trovare al rendezvous. Il paese sulle prime piace, casette bianche con tetti neri di ardesia, bei giardini curati da anziani che ci salutano. Poi giri l’angolo e vedi casette bianche con tetti di ardesia e bei giardini con vecchietti che ci salutano. Per cambiare qualche casa ha un giardino che fa cagare, ma il vecchietto salutante è sempre incluso nel pacchetto. Nessun giovane. Il paese mi inquieta. Sulle prime mi faccio fuorviare da film tipo il villaggio dei dannati o non aprite quella porta. Poi la figlia di Madamigian, mi spiega che il sonnacchioso borgo è stato acquistato per metà da pensionati inglesi che si preparano al trapasso in un contesto pittoresco. La nostra presenza in loco come Progetto Giovani è necessaria quanto un servizio per fonduta nella lista nozze. Ormai è sera. Il ristorante locale ha una capienza limitata, non ha mai visto più di 6 clienti contemporaneamente, se si esclude il periodo dell’occupazione nazista, quindi l’amministrazione ha preparato una cena conviviale nella palestra del centro giovanile che è stato riaperto in nostro onore dopo 28 anni. La cena è accettabile e devo dire che come cucinano il formaggio i francesi non lo cucina nessuno. Durante la pausa tra il supplì al formaggio e la caprese di bufala (gradito omaggio tricolore apprezzato finché non abbiamo colto l’ironico senso della parola “bufala”) il sindaco comincia ad elencare tutte le associazioni che tanto si sono adoperate bla bla. Nel giro di 10 minuti siamo fuori in 65-70 a fumare. Dopo il caffè (ah ah, caffè!) tutti a nanna. La mattina dopo giro enogastronomico per le vigne e per i vari stabilimenti caseari con relativi assaggi dei formaggi locali.
Ora:
Tutti sapete sicuramente delle scarse o pressoché nulle capacità lassative del formaggio. Aggiungete a questo una personale idiosincrasia per tutte le tazze del water che non siano quella di casa mia e potrete immaginare il penoso stato di costipazione in cui mi stavo ritrovando. La situazione degenerava, durante le visite e i pranzi il mio colorito variava in modo camaleontico dal bianco funebre, al rosso paonazzo fino al blu ematoma. Il tutto però veniva visto come una mia fenomenale capacità di rendere omaggio alla bandiera francese. Nessuno capiva il mio dolore, tranne il povero Federico che mi sosteneva, seppur a distanza durante le crisi aerofaghe. Poi, il pomeriggio del terzo ed ultimo giorno, quasi evangelicamente, ecco compiersi il destino. Picardeau si sveglia di buon mattino e va fino alla non distantissima costa normanna a comprare ostriche. Ci raduna in giardino, con maestrìa apre ad una ad una le valve e “allez allez” ci invita a mangiarle. Il viscido e simil catarroso mollusco ha un aspetto osceno. In una mano è pronto un bicchiere di chablis. Pensando alle cappe sante mi scende una lacrima e mi preparo come un mangiatore di spade a farlo cadere direttamente nello stomaco evitando qualsiasi contatto con le papille gustative. La reazione è immediata e violenta. Il mollusco ed il vino mixati smuovono le mie viscere richiamando il mio corpo ai suoi doveri. Il giorno dell’evacuazione è alfine arrivato. Un rapido excusez moi e sono nel bagno. Di fronte al water uno specchio. Ho un espressione dipinta sul volto che ritroverò solo molti anni dopo, in occasione delle crisi di stipsi dei miei figli. E’ fatta! Mi giro per un’umana quanto infantile soddisfazione personale e lo vedo. Un terribile e rigido mostro oscuro dalle fattezze fuori norma. Tiro lo sciacquone ed il mostro, come infido anaconda si acquatta nel sifone. Poco male. Aggiungo carta igienica e armato di scopino ripeto il lavaggio. L’anaconda fagocita la carta e non permette il deflusso. Me ne esco con un “Stronzo di merda!”, ma esso sembra rispondermi “Sì?”. La frustrazione per il poco adatto insulto è pari al terrore di vedere esondare il contenuto sul parquet sgangherato della vecchia casa. Mi rilasso. Ok, facciamo la doccia e poi ci pensiamo. Fischietto tranquillamente lavandomi e aspettanto il lento ritorno al livello originale. Niente da fare. Il livello è un po’ sceso, ma non abbastanza. Ed ecco l’errore. Maledetta la mia mano che tira nuovamente l’acqua e maledetto lo stronzo che sembra ridere sotto la superficie. E’ il panico! Chi dice che sotto pressione il nostro cervello riesce ad accelerare le sinapsi è dannatamente nel giusto. Nel tempo in cui l’onda anomala scavalca il bordo della tazza io ho già individuato un armadio, l’ho aperto, ho razziato asciugamani, un paio di vestaglie con pizzo provenzale (mi pare persino di essermi soffermato ad apprezzarne la squisita fattura) e vari stracci. Li depongo sul pavimento come fossero i messicani nella battaglia di Alamo. Niente fortunatamente passa la diga. Sono sovrappeso, sudato e nudo. E di liì a poco dobbiamo andare ad un concerto a Chinon. Vedo un appendino in fil di ferro. Con la forza della disperazione lo apro e lo modello a mo di sonda e, novello Enrico Toti, assalgo la tazza all’arma bianca. Finalmente il mostro è sconfitto. Il rumore di riflusso del sifone suona come un notturno di Chopin. Io sono sfatto, sudato e nuovamente puzzolente. “Oh, che cazzo stai facendo? Di sotto si sentono rumori imbarazzanti!” Federico! Amico mio! “Fede, esci e vai in strada. Vai sotto la finestra di questo bagno e aspetta. Non fare domande..” Un minuto dopo mi fa un fischio. Apro e getto dalla finestra tutti gli stracci e gli altri manufatti tessili avvolti nell’asciugamano più grande. "Buttali in un cassonetto!" In strada dei vecchietti guardano la scena. Fede li scansa e si infila in un vicolo. Ritorna poco dopo con il pollice alzato. Mi ricompongo, mi vesto ed esco. Saluto evitando gli sguardi dei padroni di casa e mi dirigo verso il pullman con Federico e le nostre cose. Ripartiremo per l'Italia dopo il concerto. Posso solo immaginare i commenti che di lì a poco avrebbero fatto nel paesino scoperto il simulato furto di biancheria. Uno sarà sicuramente “Italiens de merde” . Nel caso specifico non posso che concordare.  

18.  USA: vietata la vendita di sigarette ai minori di 21 anni. Più che altro perché le accendevano con gli M16.  

19.  Il 30% degli italiani vuole il ritorno della Lira. Ma basterebbe il ritorno degli Euro.  

20.  30 secondi al TG3 per ricordare Foà. Per coerenza quando morirà Garko si dovranno limitare a dire "E' morto uno".  

21.  Il punto più grave di questa situazione è che il governo si autolegittima nonostante manchi l'investitura del popolo. La soluzione è una sola. Dobbiamo investirli tutti.  

22.  Berlusconi: "Dell'Utri non resterà da solo!". Che è quello che speriamo in tanti.  

23.  C'è così tanta gente oggi che si mette dalla parte della ragione o del torto che non c'è più un cazzo di posto dove sedersi.  

24.  Renzi: “Il nuovo Presidente arriverà alla fine del mese”. Grazie al cazzo... con quello stipendio! (ATP)  

25.  Comunque sta storia dei profughi è solo una grande strumentalizzazione politica atta a fomentare l'odio razziale. Ci si lamenta per 200.000 persone, ma nessuno ha il coraggio di dire che nel territorio nazionale ci sono almeno cinque milioni di veneti. ( Provocà)  

26.  E comunque l'ultima volta che ho votato con la pancia quelli del seggio si sono arrabbiati moltissimo, hanno chiamato i carabinieri e anche la bidella con gli stracci.