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Sabina Guzzanti nei panni di Oriana Fallaci, Firenze,
08.11.2002.
"Fate silenzio, sennò vi stacco le palle e poi ci gioco a tennis contro
il muro della Mecca! E, a proposito, oggi sono venuta qui per dire a voi,
falsi pacifisti, che state qui giovani e belli, che vi baciate e vi
abbracciate, quanto è faticoso abitare al 38simo piano di un attico di Manhattan,
per non parlare dello scrivere romanzi per anni e anni senza esserne capaci,
con trecento personaggi tutti uguali che poi son sempre tutti uomini tranne
una cavalla, che alla fine son sempre io stessa e vi confesso che non ne
posso più".
Voce dal pubblico: "Che ti venisse un cancro!"
"M'è già venuto e che ti venisse a te e pure alla tu' mamma. E voi
sareste no global? Ma se non avete neanche avuto le palle di sfasciare un
bancomat! Siete una massa di smidollati, e state zitti che vi conviene!"
"Voi venite qui a parlare di pace e non sapete che io amo la pace, la
amo forse più di voi, e la porterei in tutto il mondo, anche a costo di
bombardarlo e raderlo al suolo e poi spargere il sale sulle rovine. Anche se
certo, devo dire la verità, io non mi sono mai sentita tanto viva quanto in
guerra, con tutti quei bombardamenti che fanno patapim, patapum, patapam, e
tu ti senti tutta l'adrenalina che ti sale! Eppoi dicono che la guerra è
pericolosa e non è assolutamente vero. Sei stai con l'esercito non ti succede
nulla, perché nelle guerre ormai muoiono soltanto i civili, e lo sanno tutti
che al giorno d'oggi andare in guerra è meno pericoloso che sull'autostrada Firenze-Bologna.
E, anche quando torno a casa, io continuo a comportarmi come un soldato
perché amo la guerra, mi fa sentire viva. Io mi metto l'elmetto in testa e
adoro la mia sveglia che fa peperepè come una tromba. Poi mi addormento sotto
la mia tenda da campo in salotto, e mi metto a scrivere sempre alla stessa
ora perché quello che conta è la disciplina non quello che si scrive. E mi
calo l'elmetto sopra gli occhi e non m'importa nulla perché tanto a me piace
sentire solo il rumore dei tasti". "Ecco, vedete, quelli che non
capisco siete voi pacifisti. Io sono venuta qui per parlarvi, per sentire le
vostre ragioni. Ma, più vi guardo, più mi piglia una gran rabbia e mi viene
voglia di prendervi a calci nelle gengive. Gliel'avevo detto io a Ciampi di
non farvi venire qui a Firenze... perché voi non capite la mia fatica, la
fatica di scrivere romanzi senza saperli scrivere. Pensate che quando mangio
mi faccio servire dal cameriere il pranzo nell'elmetto, e anche quando lo
pulisco bene bene e lo metto in testa poi mi tocca sempre andare dal
parrucchiere che mi dice: Mrs Fallaci, you always has beautiful maccheroni in
your hair! "
"Voi dovete capire la mia fatica, di vivere in un attico a New York che
mi costa 5.000 dollari al mese solo di spese condominiali, e la fatica di non
aver scritto romanzi per più di dieci anni, e senza mai poter parlare. Poi,
alla fine, quando si parla si parla e ce la si prende col primo che capita.
Questa volta è toccato ai musulmani, la prossima volta saranno i cinesi e la
prossima ancora i marziani. Questi piccoli omuncoli verdi io li vedo girare
sopra le nostre teste con le loro astronavi, e vi dico che devono smetterla
di cagare sui monumenti di Michelangelo e Donatello con la complicità della
sinistra italiana."
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