Omaggio a Mario Zucca, comico monologhista i cui monologhi sono spesso scritti insieme a Valerio Peretti e Boris Makaresko.

 

1.   A Natale mia madre faceva sempre il tacchino. Un'imitazione orrenda!

2.   Per mio padre io non ero un coglione. Ero l'altro!

3.   Ieri ho conosciuto una bionda stupenda che mi ha detto "Vieni a casa mia, non ci sta nessuno!". Ci sono andato, ma non ci stava nessuno!

4.   Era cosi' brutta  che  un guardone davanti alla sua finestra si addormento'.

5.   Ieri era la festa della maestra e allora le ho portato una mela e lei per ringraziarmi mi ha dato un bacio. Oggi le ho portato una  grossa anguria… ma lei non ha capito!

6.   La mia maestra comincio' la sua carriera in un nido.  Dovette smettere per le vertigini.

7.   Una volta mia nonna mi porto' a mangiare in una trattoria all'aperto; si mise a piovere. Ci mise tre ore per finire il brodo.

8.   Mio nonno era cosi' arrogante che scrisse sulla tomba: "Cazzo guardi!". (Daniele Luttazzi)

9.   Era cosi' povero che in spiaggia faceva invece che castelli di sabbia case popolari di sabbia.

10.                     Il peccato originale e' uno. Tutti gli altri sono solo imitazioni.

11.                     Andavamo in campeggio con la roulotte: quando ci fermavamo, gli zingari facevano la raccolta di firme per farci cacciare.

12.                     Mia moglie mi ha sposato per fare un dispetto a un uomo. Dopo un anno ho scoperto che quell'uomo ero io.

13.                     Mia sorella era cosi' brutta che una volta si perse e, quando denunciammo la sua scomparsa e la descrivemmo ai carabinieri, non ci volevano credere.

14.                     Di mestiere vendeva levrieri ai ciechi che hanno fretta.

15.                     Pensate ai primi testimoni di Geova, disperati perche' non avevano ancora inventato i citofoni.

16.                     Ho sempre saputo di avere qualcosa di speciale che attira le donne verso gli altri uomini.

17.                     Quando ero piccolo mia madre mi metteva l'aglio nel biberon per trovarmi anche al buio.

18.                     Mia madre cucinava cosi' male che la nostra pattumiera aveva l'ulcera.

19.                     Ho un vasto curriculum. L'anno scorso ho recitato in 'Aspettando Godot': facevo la parte di Godot.

20.                     LA SCUOLA (di MARIO ZUCCA e VALERIO PERETTI). Mi ricordo, avevo appena compiuto il sesto anno di età, quando papà mi chiese : - Vuoi andare a scuola, Mario? - Elementare papà, slegami e accompagnami -. Il dramma del periodo scolastico era la sveglia al mattino presto. Svegliarmi era ogni volta un conflitto tra mente e materasso. Ero talmente pigro che di notte in stato di sonnambulismo non camminavo, ma facevo l'autostop. Papà, da parte sua, cercava di invogliarmi ad apprezzare lo studio. Tentò anche di iniziare la carriera di scrittore, ma rinunciò quando scoprì che non usavano modelle. Ottimista per natura, era calvo ma comprava, solo confezioni di lozioni per i capelli, che regalassero come gadget un pettine. La mamma, invece, era molto più pessimista, infatti al mattino, quando mi salutava sulla porta, mi diceva: - Buongiorno, probabilmente -. Eravamo una famiglia povera, riciclavamo tutto, anche le malattie. Per un po' siamo stati mantenuti da una famiglia di profughi vietnamiti. Tornando alla scuola, all'inizio i miei genitori, date le ristrettezze economiche mi hanno comprato i libri usati, poi i diari usati, dovevo cominciare l'anno ed ero già pieno di compiti. Un giorno chiesi a mio padre di comprarmi un dizionario, lui mi guardò e poi mi disse: - Mario, te lo comprerò quando ne avranno ricavato un film -. La cultura più raffinata non albergava nella famiglia. Per imparare le poesie a memoria, mio fratello mi insegnò una tecnica favolosa, mi iscrisse ad una scuola di ipnosi. Mi cacciarono perche' mi addormentavo durante le lezioni. Tutte le mattine, mentre andavo scuola, facevo un pezzo di strada con un bambino che abitava vicino a casa mia. Era molto malato, infatti io andavo a scuola con la cartella di cuoio, lui con la cartella clinica. Era talmente magro, che se si girava di lato, scompariva. Nel suo piccolo acquario, che teneva nella cameretta, i pesci avevano i reumatismi. Ma la cosa più divertente della scuola erano le gite, fatte con un pullman speciale, più largo che lungo, perchè tutti i bambini volevano sedersi vicino al conducente. A tutti gli altri bambini, i genitori preparavono amorevolmente il cestino della merenda, riempiendolo di leccornie ed ogni ben di Dio; a me mettevano invece dentro al cestino sempre lo stesso biglietto con su scritto: "Se non ritorni mai più, ti perdoniamo tutto". Come ogni classe che si rispetti, anche la nostra aveva un capoclasse: era un bambino talmente tremendo che i suoi genitori scapparono di casa. La mia prima maestra era pazza: mi rimandava in tutto, anche in intervallo. Seppi che da giovane insegnava in un nido, poi smise perche' soffriva di vertigini. All'asilo faceva fare le aste ai bambini e, fino a quando non riuscivano a vendere qualcosa, continuava a fargliele fare. Ci interrogava sempre in italiano, anche perche' non conosceva né il tedesco, né altre lingue. Dopo pranzo, correggeva i compiti, quelli con la grappa erano i migliori. Una volta le ho portato una mela e lei mi ha dato un bacio, il giorno dopo le portai un'anguria, ma lei non capì. Aveva tutte le paure di questo mondo: paura di essere violentata, paura di non essere violentata, paura di trovare un uomo sotto il letto, paura di trovare il letto sotto a un uomo, paura di trovare un esquimese maniaco nel frigo. Finita la scuola dell'obbligo, nel senso che la polizia obbligava mio padre ad accompagnarmici tutte le mattine, arrivò il liceo, ma io odiavo i classici. Allora il nonno, per aiutarmi, mi disse: -Mario, se non ti piacciono i classici, studia bene i contemporanei, che quando arriverai alla mia età saranno classici. Però ricordati che la maturità classica è importante, pensa poter un giorno scrivere in latino, nella lingua dei padri e dei colti, "disoccupato".-

21.                     Se i pesci non abboccano all'amo, provate con 'la stimo profondamente'. (Mario Zucca e Valerio Peretti)

22.                     Quando sono nato ero cosi' brutto che l'ostetrico ha preso a schiaffi mia madre!

23.                     "Papà, come si chiamano i maiali da piccoli ?". "Salvadanai".

24.                     Noi preti non possiamo andare a donne: facciamo una telefonata e vengono loro da noi. 

25.                     Quando sono entrato in coma la mia vita mi e' passata davanti agli occhi come un film, mi sono annoiato da morire... sapevo gia' la trama.

26.                     Per me fare il pugilato era un po' come fare le parole crociate... entravo verticale ed uscivo orizzontale.

27.                     Sapete come mio padre ha tenuto insieme la famiglia? Semplice, ha venduto le sedie.

28.                     Mio padre era un gran bastardo. A Natale ci portava in un bosco e ci diceva: "Bambini, i regali sono sotto l'albero. Indovinate voi quale".

29.                     Al calcio chissa' in che ruolo mi farebbero giocare? Sicuramente non da libero: non lo sono mai stato. Da portiere? No, sono profondamente anti-militarista: non sopporto le parate! Da attaccante? No! No! Non sopporto di correre cosparso di colla. (Valerio Peretti Cucchi e Mario Zucca)

30.                     Una sera mi capitò persino di vedere un tipo che da un trampolino alto venti metri si tuffava in un bicchiere d'acqua. "Ma non è pericoloso?", gli chiesi. "No!... l'acqua è bassa, si tocca!", mi rispose. (Cucchi & Mario Zucca)